Il gruppo “incipit”
dell'Accademia, che si occupa di valutare neologismi e forestierismi
incipienti, vale a dire parole provenienti da altre lingue che hanno
preso a far parte del nostro vocabolo quotidiano, ha recentemente
riunito queste e altre parole usate per lo più nell'ambiente accademico e
commerciale dimostrando che non sono prive di traduzione all'italiano e
che per tanto non c'è ragione di continuare ad usarle.
Naturalmente tutti siamo liberi di scegliere se usare queste parole o meno, l'Accademia semplicemente "invita a riflettere sul rischio che questa fitta terminologia anglicizzante venga applicata in maniera forzosa lasciando credere agli utenti che i termini tecnici inglesi siano privi di equivalenti nella lingua italiana, cosa che appare falsa".
Il Professore Claudio Marazzini, l'attuale Presidente dell’Accademia, risponde all'acusa di purismo rivolta all'accademia sostenendo che “condanniamo solo parole straniere non adattate, prese così come sono e immesse di botto nel tessuto dell’italiano senza che manco si sappia che cosa vogliono dire; peggio: non di rado immesse a tradimento, scelte proprio perché non si sa che cosa vogliono dire, e ciò fa comodo. (…) Ognuno parli come vuole e come può. (…) Ma in realtà non è la gente, in questo caso [ad integrare queste parole al nostro vocabolario]; sono gli organizzatori di pubblicità e di consenso. Costoro fanno credere che, pennellando di inglese le cose più banali, queste cessino di essere banali e brillino di meravigliosa luce nuova. In realtà questo a volte accade, davvero, ma solo se a guardare sono gli ingenui”.
Questa risposta negativa agli anglicismi da parte della Crusca non è un fatto isolato, infatti recentemente anche la Real Academia Española, il suo equivalente per lo spagnolo, ha lanciato una campagna simile, aggiungendo però qualcosa in più: una divertente campagna pubblicitaria in cui si promozionavano un profumo dall'odore di “swine” e degli occhiali con il “blind effect”, bombardando di parole in inglese le pubblicità per renderle più atrattive, e offrendo poi una prova gratis del prodotto. In molti l'hanno richiesta, ritrovandosi ad usare un profumo che odorava di maiale e degli occhiali che ti oscuravano completamente la vista. Se volete vederlo, ecco il video:
Naturalmente tutti siamo liberi di scegliere se usare queste parole o meno, l'Accademia semplicemente "invita a riflettere sul rischio che questa fitta terminologia anglicizzante venga applicata in maniera forzosa lasciando credere agli utenti che i termini tecnici inglesi siano privi di equivalenti nella lingua italiana, cosa che appare falsa".
Il Professore Claudio Marazzini, l'attuale Presidente dell’Accademia, risponde all'acusa di purismo rivolta all'accademia sostenendo che “condanniamo solo parole straniere non adattate, prese così come sono e immesse di botto nel tessuto dell’italiano senza che manco si sappia che cosa vogliono dire; peggio: non di rado immesse a tradimento, scelte proprio perché non si sa che cosa vogliono dire, e ciò fa comodo. (…) Ognuno parli come vuole e come può. (…) Ma in realtà non è la gente, in questo caso [ad integrare queste parole al nostro vocabolario]; sono gli organizzatori di pubblicità e di consenso. Costoro fanno credere che, pennellando di inglese le cose più banali, queste cessino di essere banali e brillino di meravigliosa luce nuova. In realtà questo a volte accade, davvero, ma solo se a guardare sono gli ingenui”.
Questa risposta negativa agli anglicismi da parte della Crusca non è un fatto isolato, infatti recentemente anche la Real Academia Española, il suo equivalente per lo spagnolo, ha lanciato una campagna simile, aggiungendo però qualcosa in più: una divertente campagna pubblicitaria in cui si promozionavano un profumo dall'odore di “swine” e degli occhiali con il “blind effect”, bombardando di parole in inglese le pubblicità per renderle più atrattive, e offrendo poi una prova gratis del prodotto. In molti l'hanno richiesta, ritrovandosi ad usare un profumo che odorava di maiale e degli occhiali che ti oscuravano completamente la vista. Se volete vederlo, ecco il video:
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