PICCOLA BIOGRAFIA.Serrat nacque a Barcellona il 27 dicembre 1943, figlio di operari; la sua infanzia nel quartiere di Pueblo Seco, durante il posguerra, lo segnò profondamente.
Da giovane, allo stesso tempo che studiava ingegneria industriale, imparò a suonare la chitarra, e già a vent'anni iniziò a scrivere e comporre i suoi propri brani, che ebbe l'opportunità di rendere pubblici in un programma di Radio Barcellona. Fu proprio il presentatore di questo programma che gli offrì la sua prima opportunità di presentarsi in pubblico, e grazie a questo poco tempo dopo gli fu offerto un contratto per registrare il suo primo disco.
Nel 1968 Serrat rappresentò la Spagna all'Eurovision Song Contest, e nel 1969 fece il suo primo tuor in Sud America.
Nel 1970 si rinchiuse insieme ad altri intellettuali ed artisti nel Monastero di Montserrat, a Barcellona, come protesta contro il processo di Burgos e la pena di morte. Si dice che sia stato allora che compose il suo famosissimo brano “Mediterraneo”. Un anno dopo, nel 1971, pubblicò il disco contenente questo brano e intitolato con questo stesso nome, uno dei dischi più importanti della sua carriera.
Nel 1974 poté riapparire alla TV spagnola, ma già un anno dopo alcune sue dichiarazioni lo costrinsero ad esiliare durante un anno a causa di un'ordine d'arresto che fu emessa contro di lui, e molti dei suoi lavori vennero censurati.
Sposò, nel 1978, Candela Tiffón, con la quale ebbe una figlia un anno dopo. Continuò a pubblicare lavori durante gli anni successivi e lo fa ancora oggi, essendo tra le più rinomate figure della musica e della poesia ispanica.
LA SUA MUSICA.
Vi lascio il link di un video nel quale potrete ascoltare una delle sue canzoni, “Esos locos bajitos”. Parla dei figli, di come crescono e della loro relazione con i genitori, dal punto di vista di un padre; è una canzone immensamente poetica e colma di significato per tutti noi: che siamo padri oppure figli, questa canzone ci farà provare innumerevoli sentimenti.
Ho scelto questo brano perché mi piace molto, ma Serrat ha composto talmente tante canzoni bellissime che sarebbe impossibile dire che una di esse sia la migliore; se questa canzone vi è piaciuta vi consiglio di ascoltarne altre poiché, vi assicuro, ne varrà la pena.
Ecco la canzone che ho scelto: https://www.youtube.com/watch?v=6c32lSVxF58
Ve ne lascio qui il testo insieme ad una mia personale traduzione, affinché possiate comprenderne a pieno il significato.
Testo originale:
A menudo los hijos se nos parecen,
así nos dan la primera satisfacción;
esos que se menean con nuestros gestos,
echando mano a cuanto hay a su alrededor.
Esos locos bajitos que se incorporan
con los ojos abiertos de par en par,
sin respeto al horario ni a las costumbres
y a los que, por su bien, hay que domesticar.
Niño, deja ya de joder con la pelota.
Niño, que eso no se dice,
que eso no se hace,
que eso no se toca.
Cargan con nuestros dioses y nuestro idioma,
nuestros rencores y nuestro porvenir.
Por eso nos parece que son de goma
y que les bastan nuestros cuentos para dormir.
Nos empeñamos en dirigir sus vidas
sin saber el oficio y sin vocación.
Les vamos trasmitiendo nuestras frustraciones
con la leche templada y en cada canción.
Niño, deja ya de joder con la pelota.
Niño, que eso no se dice,
que eso no se hace,
que eso no se toca.
Nada ni nadie puede impedir que sufran,
que las agujas avancen en el reloj,
que decidan por ellos, que se equivoquen,
que crezcan y que un día nos digan adiós.
La mia traduzione:
Spesso i nostri figli ci somigliano,
e così ci danno la nostra prima soddisfazione;
quelli che si dimenano ad ogni nostro gesto,
agitando le mani di qua e di là.
Quei nanetti pazzi che a un tratto si erigono
con gli occhi sgranati,
senza rispettare orari né abitudini
e i quali, per il loro bene, bisogna domesticare.
Bambino, smettila di rompere con quel pallone.
Bambino, che questo non si dice,
che questo non si fa,
che questo non si tocca.
Portano sulle spalle i nostri dei e la nostra lingua,
i nostri rancori e il nostro futuro.
Per questo ci sembra che siano di gomma
e che bastino le nostre favole a farli addormentare.
Ci impegniamo a dirigere la loro vita
senza conoscere il mestiere e senza vocazione.
Trasmettiamo loro le nostre frustrazioni
dentro al latte tiepido e in ogni canzone.
Bambino, smettila di rompere con quel pallone.
Bambino, che questo non si dice,
che questo non si fa,
che questo non si tocca.
Niente e nessuno può impedire che soffrano,
né che le lancette dell'orologio continuino a girare,
che decidano da soli, che commettano errori,
che crescano e che un giorno ci dicano addio.
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